Ente gestore

SUORE GESÙ REDENTORE

Attualmente l'Istituto è presente in Italia, Francia, Spagna, Nigeria, Colombia, Romania.

L’Istituto delle Suore di Gesù Redentore è stato fondato in Francia da Victorine Le Dieu (Suor Marie-Joseph de Jésus) all’indomani della rivoluzione che aveva profondamente sconvolto la nazione ed impresso inevitabili conseguenze: indifferentismo religioso, anticlericalismo, povertà, bambini abbandonati, società disgregata…, una gamma di situazioni che l’interpellano profondamente.
Riparare, riconciliare, adorare Cristo nell’Eucaristia, aiutare l’uomo diviso in se stesso, con Dio, con la società a ritrovare l’unità: è questo l’ideale per il quale Victorine spenderà la sua vita e il carisma che trasmetterà all’Istituto da lei fondato per rendere presente nel tempo l’evangelica risposta di riparazione e di riconciliazione a servizio dei fratelli.
Le scelte apostoliche erano al tempo della Fondatrice vere sfide profetiche ed, ai nostri giorni, il suo messaggio continua ad essere molto attuale. Nell’evolversi storico della società, in un mondo dilaniato da violenza, ateismo, divisioni, emarginazione, le suore di Gesù Redentore s’ispirano alle sorgenti genuine del carisma di fondazione. Fanno perenne memoria delle attenzioni di contemplazione e di carità concreta che hanno caratterizzato l’ideale e le opere di Victorine Le Dieu. Sentono di dover essere nel mondo una presenza qualificata per costruire le nuove frontiere dell’amore, nel rispetto della dignità dell’uomo del nostro tempo, aiutandolo ad essere ugualmente orientato ai suoi ultimi destini.
Incarnano la missione in:

  • Case famiglia a servizio di bambini maltrattati, sfruttati, emarginati

  • Case di preghiera, di accoglienza

  • Nella missione “ad gentes”

  • Nell’ ecumenismo

  • Nella pastorale

  • Nelle scuole

In comunione con la Chiesa, in ascolto dei bisogni del mondo e dell’uomo che soffre per discernere come incarnare la missione secondo i tempi, i luoghi, le circostanze, persuase che non c’è situazione umana di sofferenza, di emarginazione e di miseria che non possa essere portata nella memoria eucaristica della liberazione pasquale.